Il concorso internazionale di architettura bandito nel 2006 ha visto vincitore il gruppo formato da Enzo Pinci e dallo studio Transit; tra i concorrenti vi erano Wiel Arets, Mario Bellini, Grimshow ed altri. Dopo la vittoria del concorso è stato necessario attendere circa dieci anni per l’inizio della realizzazione del progetto che è ancora in corso.

Il progetto nasce dall’idea di mantenere degli elementi dell’edificio preesistente e di integrarlo con il progetto del nuovo ampliamento, cosa che sarà realizzata solo per alcune dimensioni e forme in quanto l’edificio antico utilizzato in primo momento come fabbrica, realizzato nel primo dopoguerra 1946/47 era in condizioni statiche assai problematiche. Certezza che risultò evidente solo dopo i carotaggi eseguiti sulle strutture portanti.  Situazione statica compromessa e  dovuta probabilmente alle qualità cattive dei materiali originari, forse di cementi non vibrati e ossatura di ferri non migliorati. Per questo motivo si è optato per una costruzione sostanzialmente ex novo che però ha mantenuto i fili urbani e le dimensioni di massima delle vecchie partiture edilizie che erano state usate per l’elaborazione del primitivo progetto complessivo. Tutta questa originaria ripartizione, consentiva la flessibilità d’uso dell’immobile, che essendo notevole per dimensione si poteva prestare a diverse utilizzazioni oltre che come quartier generale di una società madre. Consentendo sempre al suo interno, la possibilità di individuare altre sedi di realtà societarie diverse. Caratteristiche di flessibilità che erano state apprezzate dalla giuria del concorso. L’idea del progetto era quella di essere costruito avendo al centro un cuore di verde rappresentato dai giardini interni e di un corpo di servizi per l’intero complesso che dialogava con le forme delle preesistenze tramite un controcanto dinamico rappresentato dalle forme dell’auditorium e degli altri servizi che contenevano anche una torre di collegamento verticale.